A una settantina di chilometri ad est di Balaka sorgono due villaggi letteralmente sperduti tra le montagne e, come se non bastasse, pure distanti tra loro: sono i villaggi del Chaone e Chikala. Stiamo parlando di posti davvero
al limite di quella che noi chiamiamo “civiltà. ”Sono luoghi privi di energia elettrica e che per essere raggiunti richiedono due ore di cammino in sentieri mal tracciati che portano in cima alla montagna. Quando finalmente si arriva e si guarda “di sotto” si vede l’infinito pendio completamente coperto dalla foresta, poi piccoli campi coltivati, poi la sterminata savana, poi la laguna che separa il Malawi dal Mozambico, poi finalmente l’orizzonte: si ha la sensazione di vedere la curvatura terrestre… e allora un brivido corre nella schiena…
Per noi è difficile immaginare villaggi senza energia elettrica, pensiamo subito alla luce, al telefono, al computer… ma vuol anche dire senza frigoriferi per la conservazione di quei pochi alimenti freschi che la natura offre, senza nessuna forma di energia che non quella delle braccia…
Ma qui, in mezzo ad una popolazione quasi completamente mussulmana e da sempre analfabeta, sono arrivati quelli che a Balaka chiamano “i figli di Cecilia,” due centri giovanili che ripropongono, in piccola scala, le attività della Casa di Cecilia! Qui i ragazzi più grandi della Casa di Cecilia passano l’estate come animatori, proprio come i loro coetanei negli oratori italiani.
Con grande rispetto delle differenze religiose e grandi capacità diplomatiche, Padre Piergiorgio ha fatto breccia nel cuore dei capivillaggio che hanno dato l’assenso e la terra per costruire piccole strutture dotate di biblioteca. Non solo, sono state costruite due piccole scuole… e le casette degli insegnanti (e molto belle, perché non è stato facile convincere persone istruite a vivere lì). Ma un miracolo ancora più grande si è compiuto: sul Chaone è stato aperto un piccolo ospedale! Un vero ospedale, coi letti per i degenti e partorienti (che provengono dalla dismissione dell’ospedale di Bergamo), tutto portato a braccia fin lassù.
Come può esistere un ospedale senza energia elettrica? Infatti la corrente c’è, sono stati portati, rigorosamente a braccia, i pannelli solari e, ancor più impegnativo, decisamente impegnativo, gli accumulatori… da quaranta chili ciascuno!
È il miracolo della vita e della solidarietà, teniamolo acceso! Keep the fire burning, come dicono i ragazzi del Cecilia Youth Centre